
L’uso dei biostimolanti sulle piante è stato sperimentato con successo nell’agricoltura biologica professionale. Oggi, grazie alla maggiore attenzione dei consumatori, questi prodotti di origine vegetale e totalmente biologici sono a disposizione anche degli hobbisti.
Perché usare i biostimolanti sulle piante
Rispetto ai concimi “tradizionali”, i biostimolanti si differenziano per l’attività di stimolazione metabolica delle piante. Non si tratta quindi solo di “arricchire” il terriccio o il terreno, con elementi chimici che magari la pianta non è in grado di assorbire, ma di stimolare costantemente l’attività metabolica della pianta affinché rinforzi l’apparato radicale per contrastare le insidie determinate dagli stress biotici (parassiti e funghi) e abiotici (errori di coltivazione o clima avverso). Le materie prime di origine vegetale vengono inoltre assorbite in modo rapido ed efficace dalla pianta.
I biostimolanti intervengono in ogni fase di crescita della pianta: attecchimento, prime fasi di sviluppo, produzione di boccioli, ingrossamento dei frutti, ecc. Irrobustendo la pianta e le radici, le colture risultano meno sensibili ai problemi ambientali e ai parassiti, come insetti, spore, batteri e virus. Non svolgono quindi un’azione insetticida, ma rendendo più sana la pianta la rendono meno predisposta alle infestazioni.
L’uso di biostimolanti, bioinduttori e biopromotori di origine vegetale sono oggi alla base del concetto di gestione integrata mutuato dall’agricoltura biologica professionale.
Cosa contengono i biostimolanti?
I biostimolanti non sono tutti uguali, anche se tutti condividono le materie prime di origine vegetale e la capacità di stimolare i processi vitali nelle piante.
In Italia sono normati da un Decreto che elenca le sostanze riconosciute come biostimolanti: in genere di tratta di acidi umidi, sali inorganici e prodotti contenenti aminoacidi. Quelli usati per il giardinaggio sono ottenuti dalle alghe, dal mais e dall’erba medica.
Essendo prodotti totalmente naturali, possiamo usarli su tutte le piante: orticole, frutticole, aromatiche e ornamentali.
Come scegliere i biostimolanti
Le piante non sono tutte uguali e spesso hanno esigenze diverse: un Geranio ha bisogno di maggiori e diverse energie per fiorire rispetto a una pianta sempreverde d’appartamento.
Per le piante da fiorite coltivate in vaso o in giardino possiamo usare un biopromotore fortificante per stimolare le fioriture e contrastare gli stati di affaticamento causati dalle gelate invernali o dagli stress idrici, grazie alla presenza di Ascophyllum Nodosum.
Per le piante verdi d’appartamento meglio usare un bionduttore per promuovere l’attività fotosintetica anche in condizioni difficili di luce. Contiene microelementi chelati indispensabili per combattere l’ingiallimento fogliare nel corso del tempo. L’attività fotosintetica ottimale della pianta si traduce in un rinnovato rigoglio e costante nel tempo. Usiamo i bionduttori in particolare dopo il trapianto, in caso di siccità e se le foglie iniziano a ingiallire.
Per gli agrumi scegliamo un bioattivante specifico con l’obiettivo di aumentare la quantità dei frutti prodotti, lo spessore della buccia, la pezzatura dei frutti e la durata nel tempo. Gli amminoacidici promuovono lo sviluppo radicale, ottimizzando i processi metabolici, mentre la presenza di Molibdeno favorisce l’assorbimento ottimale di azoto durante tutte le fasi fisiologiche della pianta.
Proprio per la capacità di aiutare le piante a superare gli stress, è consigliato l’uso di biopromotori e bionduttori dopo una gelata, una grandinata o in caso di problemi con l’irrigazione, in eccesso o in carenza.
Scegliamo quindi il biostimolante in funzione del tipo di colture: orticole, verdi, da fiore, acidofile, ecc. Ci sono anche soluzioni per il tappeto erboso!



Come e quando si usano i biostimolanti sulle piante
I biostimolanti sono disponibili in formato liquido oppure in perle a lento rilascio. Di solito si tratta di prodotti concentrati.
I biostimolanti liquidi vanno diluiti in acqua e sono super-concentrati: un tappo (circa 30 ml) basta per 10 litri di soluzione. Possiamo diluirli in un annaffiatoio per le piante in vaso di casa o sul terrazzo, oppure in una pompa a spalla per applicazioni in giardino.
I biostimolanti liquidi si usano come qualsiasi altro fertilizzante e i cicli variano a seconda del tipo di pianta. Tratteremo quindi le piante da fiore dal trapianto fino alla fioritura ogni 10 giorni. Alle piante sempreverdi d’appartamento forniremo invece un bionduttore ogni 10 giorni in primavera e in estate e 1 volta al mese in autunno e inverno.
Per l’orto e il giardino all’aperto sono più indicati i biostimolanti in perle che rilasciano lentamente le sostanze nutritive nel terreno. In questo modo dovremo ripetere l’intervento ogni 2 mesi anziché ogni 10 giorni. Sono prodotti totalmente naturali e non lasciano residui nel terreno, quindi possiamo usarli tutto l’anno. In particolare sono suggeriti in pre-fioritura e durante la produzione dei frutti.