
Irrigare le piante in vaso correttamente è molto importante poiché hanno a disposizione solo la poca terra presente nel contenitore. Inoltre le radici non possono cercare l’umidità in profondità, come fanno le piante del giardino.
Non solo: il vaso espone il terriccio al calore del sole in tutte le sue parti. Quindi il fenomeno dell’evaporazione, specialmente in estate, è maggiore. Senza contare che le piante in casa non possono giovarsi neppure delle piogge.
Per tutte queste ragioni è molto importante curare l’irrigazione delle piante d’appartamento con maggiore attenzione rispetto a quelle del giardino.
Abbiamo stilato un decalogo che vi permetterà di non commettere più errori in fatto di siccità e irrigazione!
Come irrigare le piante in vaso
1. Seguiamo il corso delle stagioni e le esigenze delle singole piante
Per stendere un programma annuale di irrigazione non possiamo prescindere dalle caratteristiche delle piante. Alcune fioriscono in inverno altre invece vanno in riposo vegetativo. Alcune piante, come le succulente, possono tollerare periodi di siccità, mentre altre, come le Orchidee, vanno subito in sofferenza.
2. La frequenza: ogni quanti giorni devo irrigare le piante in vaso?
Irrigare le piante d’appartamento una volta alla settimana, durante il week end, potrebbe risultare comodo per noi, ma non è detto che sia sufficiente. Inoltre i ristagni d’acqua e gli eccessi di umidità nel terriccio nella maggior parte dei casi provocano più danni di un breve periodo di siccità.
La frequenza delle irrigazioni dipende da molti fattori e non esiste una formula valida per tutte le occasioni. Anzitutto dalla grandezza del vaso: in un grande contenitore la terra al centro è meno soggetta all’evaporazione e rimarrà umida per molti giorni, al contrario in un vaso piccolo l’acqua evapora in poco tempo. Anche la temperatura e l’esposizione solare influiscono sull’evaporazione delle risorse idriche del terriccio. Un vaso piccolo va bagnato più spesso rispetto a uno grande e in estate irrigheremo di più che in inverno. Il terriccio va annaffiato solo quando tende ad asciugarsi: prima di irrigare, inseriamo un dito nel terriccio. Se è umido, rinviamo; se è secco, bagniamo.
3. Si bagna al mattino o alla sera?
Sicuramente non dobbiamo irrigare a mezzogiorno sotto il solleone estivo. L’acqua evaporerà velocemente e rischiamo di creare uno stress termico alle piante, forzate a passare dai raggi solari all’acqua gelata.
Se bagniamo il mattino presto o dopo il tramonto saremo sicuri che le piante avranno tempo di “bere” e il terriccio di inzupparsi, prima che i raggi del sole inizino a scaldare. In alcune piante d’appartamento, come le Orchidee, le gocce d’acqua persistenti sulle foglie rischiano di creare le condizioni per lo sviluppo di spore e malattie fungine. Per questa ragione sarebbe meglio irrigare alla mattina, in modo che l’acqua in eccesso abbia il tempo di evaporare grazie all’azione del sole durante il giorno e prima del tramonto.
4. Quanta acqua devo usare?
Ovviamente più grande sarà il vaso e più acqua useremo. Lo scopo è di bagnare bene tutto il terriccio presente nel vaso. Se possibile spostiamo il vaso su un lavandino e irrighiamo partendo dai bordi verso l’interno, cercando di bagnare bene tutto il substrato. Un terriccio ben bagnato tratterrà per molti giorni l’umidità, mettendola disposizione delle radici lentamente. Se diamo poca acqua i raggi solari la faranno evaporare in poche ore.
Al termine dell’irrigazione è importante lasciar scolare tutta l’acqua in eccesso prima di riporre il vaso nel portavaso.
5. Si bagna dall’alto o nel sottovaso?
È vero che nei centri giardinaggio le piante vengono irrigate per immersione, quindi dal basso. Ma è anche vero che hanno bancali particolari che provvedono a rimuovere l’acqua in eccesso dopo qualche minuto. Possiamo usare la stessa tecnica anche in casa, a patto di controllare e svuotare il sottovaso dopo circa mezz’ora.
Altrimenti meglio irrigare con un annaffiatoio con becco lungo per raggiungere bene tutte le parti del vaso. Evitiamo di bagnare le foglie e i fiori: irrighiamo solo il terriccio.
6. Attenzione al drenaggio
Le malattie fungine sono il principale pericolo in cui possono incorrere le piante d’appartamento e sono causate da irrigazioni e umidità eccessive. Una delle prime causa è la presenza di acqua nel sottovaso per troppo tempo: genera asfissia radicale e marciumi che possono stimolare l’insorgere di malattie fungine. Dopo aver annaffiato, controlliamo dopo circa 30 minuti il sottovaso e svuotiamolo se necessario. Se abbiamo esagerato con l’acqua, rinvasiamo subito la pianta: gettiamo il vecchio terriccio fradicio e sostituiamolo con un nuovo substrato.
7. L’irrigazione fogliare
Alcune piante d’appartamento, specialmente quelle tropicali come i Ficus e le Orchidee, non si accontentano dell’irrigazione. Richiedono vaporizzazioni fogliari con acqua, specialmente quando l’aria è più secca. In estate e quando accendiamo il riscaldamento in inverno dovremo farla frequentemente, anche tutti i giorni.
8. Quale acqua?
L’acqua dell’acquedotto del rubinetto è spesso troppo ricca di calcare e di cloro. Sarebbe meglio raccogliere e usare l’acqua piovana. Alcune piante, come le acidofile come le Azalee, non amano il calcare che a lungo andare rende meno acido il pH del terriccio. In alternativa possiamo lasciar decantare l’acqua in un annaffiatoio per una notte, per far depositare sul fondo i residui più grandi ed evitarli quando irrighiamo.
9. Attenzione agli stress termici
Per irrigare le piante in vaso usiamo sempre acqua a temperatura ambiente. L’acqua corrente del rubinetto tende a diventare subito molto fredda. Specialmente in estate lo sbalzo termico dai 30°C sotto il sole agli 0°C dell’acqua fredda può provocare stress e choc in molte piante.
10. Irrigare in nostra assenza
Se ci capita frequentemente di lasciare la casa per qualche giorno possiamo ricorrere ad alcune soluzioni per garantire la giusta umidità alle piante anche in nostra assenza. Anzitutto meglio puntare su piante succulente, che meno di altre patiscono brevi periodi di siccità. I Cactus addirittura li gradiscono per uno sviluppo vegetativo corretto. Possiamo inoltre ricorrere ad altre soluzioni disponibili in commercio. Se l’assenza dura una settimana possiamo ricorrere ai vasi con riserva d’acqua o all’acqua complessata in gel. Per assenze oltre un mese meglio affidarsi a un kit dotato di serbatoio esterno e una rete di micro irrigatori per portare l’acqua nei singoli vasi.