Come e perché coltivare le Rose rampicanti

coltivare le rose rampicanti

Se desideriamo ricoprire un muro o una pergola, abbiamo la possibilità di coltivare le Rose rampicanti e di godere delle loro spettacolari fioriture.

Possiamo coltivarle sia in giardino sia in grandi vasi sul terrazzo e ci premieranno con fioriture che iniziano a primavera inoltrata, indicativamente verso aprile, per proseguire fino ai primi freddi in ottobre. In alcune Rose rampicanti i fiori si trasformano in bacche colorate in inverno.

È importante fornire un sostegno robusto perché producono rami molti lunghi, anche fino a 5 metri. Se ben coltivate creano una bella chioma insieme ai fiori, capace di ombreggiare per tutti i mesi caldi. Le Rose rampicanti salgono da sole, mentre le Rose sarmentose vanno aiutate.

Dove coltivare le Rose rampicanti

Tollerano il caldo intenso e il gelo fino a -25°C e possono essere facilmente coltivate in quasi tutta Italia.

Scegliamo una posizione soleggiata se desideriamo ottenere una fioritura più abbondante.

Come irrigare le Rose rampicanti

Le piante giovani vanno irrigate abbondantemente nei primi due anni di vita. Devono avere il tempo di produrre un apparato radicale ben saldo. In seguito sono quasi autosufficienti e si accontentano dell’acqua piovana. Dovremo irrigare solo in estate e in caso di lunghi periodi di siccità.

Le Rose rampicanti coltivate in vaso invece vanno irrigate con regolarità poiché le radici non possono cercare l’umidità in profondità.

Come coltivare le Rose rampicanti

Possiamo effettuare il trapianto in autunno o all’inizio della primavera. Dopo il trapianto, specialmente per le Rose coltivate in vaso, è importante fornire alla pianta i giusti nutrienti e un bio promotore fortificante specifico per piante da fiore. Va diluito nell’acqua dell’irrigazione ed è di aiuto per superare lo stress da trapianto e per stimolare il risveglio vegetativo. Possiamo continuare a usarlo, ogni 15 giorni, dal trapianto fino al termine della fioritura.

Nel corso della primavera e dell’estate dovremo indirizzare i rami per dare alla pianta la forma che desideriamo. A gennaio si effettua la potatura, volta esclusivamente a ordinare la chioma, togliere le parti secche e contenerne lo sviluppo dei rami più lunghi.

Tagliamo i fiori che man mano sfioriranno: in questo modo stimoleremo la pianta a produrre nuovi boccioli. Non facciamolo però nelle Rose da bacca: altrimenti non avremo i frutti in inverno!

I nemici naturali delle Rose rampicanti

L’Oidio, o Mal Bianco, è nemico tipico delle Rose e si manifesta con patina biancastra sulle foglie e sui boccioli. Si tratta di una malattia fungina, spesso causata da un eccesso di acqua e di umidità. Un’altra malattia fungina tipica di queste piante è la Ticchiolatura, che si manifesta con puntini marroni sulle foglie.

Per contrastare lo sviluppo di malattie fungine possiamo utilizzare molti prodotti biologici che hanno la funzione di prevenire lo sviluppo delle spore. Per esempio il Sodio Idrogenocarbonato è una sostanza di base totalmente naturale con proprietà fungicide ed è utile proprio contro la Ticchiolatura e l’Oidio. Se applicato sulle foglie crea una pellicola che provoca il collasso del micelio dei funghi.

Anche l’Estratto di Equiseto dimostra una efficace azione diretta sul controllo delle malattie fungine delle piante, come l’Alternaria, la Ticchiolatura, la Bolla, l’Oidio e la Peronospora. Si tratta di una sostanza di base ricavata dal decotto degli steli della pianta dell’Equisetum Arvense L, quindi totalmente naturale. Si diluisci in acqua e si nebulizza sulle foglie, ripendo l’applicazione ogni 20 giorni.

Le Rose possono essere oggetto anche di attacchi da parte di insetti fitofagi, in particolare gli Afidi. Per prevenire lo sviluppo di colonie di insetti parassiti possiamo usare l’Olio di Neem. I semi della pianta di Neem (Azadirachta Indica) contengono un principio attivo, l’azadiractina, che ha uno spiccato effetto fago-repellente nei confronti degli insetti fitofagi. Applicato sulle foglie, rende la pianta un ambiente inospitale nei confronti degli insetti. Se applicato per via radicale ha un certo effetto sistemico, cioè penetra nella linfa rendendola sgradevole per il gusto degli Afidi e molti altri fitofagi. Si usa durante tutta la fase vegetativa, fino alla fioritura, ripetendo il trattamento ogni 10 giorni.

Se non abbiamo utilizzato metodi preventivi e la pianta è ormai piano di Afidi, possiamo intervenire con un Estratto di Piretro pronto all’uso, adatto in particolare per le piante in vaso coltivate sul terrazzo.

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