Come e perché coltivare i Peperoncini nell’orto e sul terrazzo!

coltivare i peperoncini

Coltivare i Peperoncini è davvero facile e non mancheranno di conquistarci con le loro fioriture colorate e i frutti brillanti e con colori sgargianti. Oltre naturalmente al loro gusto, tanto apprezzato nella cucina italiana: possiamo anzi dedicare uno spazio a questa fantastica pianta per coltivarne specie differenti, con colori e gradi di piccantezza differenti. Non dimentichiamoci poi che il Peperoncino rende più digeribili gli alimenti più grassi ed è un alleato contro le malattie cardiovascolari.

I Peperoncini possono essere coltivati nell’orto, in vaso sul terrazzo oppure per realizzare una bordura decorativa originale, composta da fiori e frutti colorati. Possiamo infatti scegliere tra Peperoncini bianchi, rossi, arancioni, gialli, viola e anche neri!

Si raccolgono quando hanno raggiunto il giusto colore, a seconda della varietà, e potremo usarli freschi oppure conservarli secchi, polverizzati o sott’olio.

Come scegliere i Peperoncini

Da un punto di vista ornamentale, oltre ai colori i Peperoncini offrono anche un’interessante gamma di forme. Accanto ai classici frutti allungati, quella dei portafortuna, troviamo infatti Peperoncini a forma di ciliegia, di lanterna o di turbante.

Se invece coltiviamo i Peperoncini per usarli in cucina, vi suggeriamo di partire dal grado di piccantezza privilegiando quelli più dolci e mediamente piccanti. È poco utile infatti coltivare un Peperoncino troppo piccante e inutilizzabile in cucina: oltre al rischio che un bambino o un animale domestico lo mordano inavvertitamente.

Per misurare il grado di piccantezza dei Peperoncini si usa a livello internazionale la Scala di Scoville che misura nei frutti la presenza di capsaicina. Si tratta del composto chimico presente nei Peperoncini piccanti responsabile della piccantezza. Quando la capsaicina entra nella nostra bocca i recettori del dolore producono una sensazione di bruciore: è un sistema di allarme e di autodifesa che ci induce a non mangiarne troppi. In realtà la bocca non “brucia” e i tessuti rimangono illesi: è il nostro cervello che ci fa sentire la bocca in fiamme.

Gli uccelli invece possono mangiare tranquillamente i Peperoncini perché non hanno recettori che rilevano la capsaicina e per loro non sono piccanti: è proprio grazie agli uccelli, che ingoiano i semi senza masticarli, che questa pianta si è diffusa.

Tornando alla Scala di Scoville, si misura in SHU (Scoville Heat Units) e spazia dai 16 milioni di SHU per la capsaicina pura fino a zero.

Se desiderate coltivare una selezione di Peperoncini vi suggeriamo di non superare i 100.000 SHU. Ricordiamo che oltre 1 milione di SHU i frutti sono immangiabili e vanno maneggiati con grande attenzione poiché sono molto irritanti. Vengono utilizzati come materie prime per produzioni alimentari, ma anche per gli spray irritanti usati dalle forze dell’ordine.

Per la coltivazione nell’orto meglio puntare su Peperoncini come l’Ancho (1.000/1.500 SHU), il Japaleno (5.000/15.000 SHU) o il Peperoncino calabrese (30.000/50.000 SHU). Se amiamo il sapore super-piccante possiamo arrivare allo Scotch Bonnet (50/100.000 SHU) o all’Habanero (100.000/350.000 SHU).

Una pianta sconosciuta prima di Colombo

La pianta dei Peperoncini si chiama botanicamente Capsicum annuum e il suo nome fa proprio riferimento al particolare frutto cavo all’interno: Capsicum deriva dal latino capsa cioè cassa. Annuum si riferisce invece al suo ciclo vegetativo, poiché è una pianta annuale.

Il nome latino non deve far pensare a un uso da parte degli antichi Romani. Il Peperoncino, sviluppatosi in sud America, è infatti arrivato in Europa soltanto dopo il 1492. In Messico invece era già in uso dal 5.000 aC e sia Maya sia Aztechi lo usavano in cucina e in erboristeria.

Il nome Peperoncino si è diffuso soltanto nel XX secolo, come diminutivo di Peperone e in riferimento al “pepper” (pepe) cioè alla sua piccantezza.

Come coltivare i Peperoncini

Si tratta di una pianta annuale e possiamo iniziare la coltivazione da seme oppure dalle piantine già germogliate. I semi costano meno e ci permettono di scegliere tra più varietà, mentre le piantine sono più comode e vanno in produzione più rapidamente.

In primavera le pianta sviluppa un fusto con portamento eretto e foglie verdi lanceolate, su cui inizia la produzione dei fiori bianchi che in seguito diventeranno i frutti del Peperoncino. Indicativamente il raccolto inizia a giugno e termina con i primi freddi, verso novembre.

Dove coltivare i Peperoncini

È una Solanacea quindi ha bisogno di molte ore di sole al giorno per poter fruttificare in abbondanza. Scegliamo quindi una posizione soleggiata.

La semina e il trapianto in giardino si effettuano quando le temperature superano stabilmente i 18°C, quindi verso aprile e maggio. Se iniziamo dal seme possiamo anticipare i tempi già a febbraio, usando un semenzaio da far germogliare in un ambiente caldo e soleggiato. Quando farà caldo trapianteremo le piantine nell’orto o in un vaso più grande.

Quando trapiantiamo le piantine inseriamo nel terreno delle perle bioattivanti. Questa concimazione sarà sufficiente per tutta la stagione.

Se invece coltiviamo il Peperoncino in vaso possiamo usare un terriccio biologico che andremo ad arricchire periodicamente con un biostimolante naturale consentito in agricoltura biologica. Sarà sufficiente diluire una dose nell’acqua per l’irrigazione ogni 10 giorni dalla primavera fino al raccolto.

Come irrigare il Peperoncino

L’irrigazione dovrà essere periodica e il substrato di coltivazione dovrà risultare sempre umido. In particolare nel periodo della produzione dei fiori e dei frutti richiede molta acqua.

Il Peperoncino teme la siccità e la pianta inizia a deperire se non viene irrigata.

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