
Coltivare le Orchidee non è particolarmente difficile a patto di soddisfare le esigenze che queste particolari piante richiedono. Un’Orchidea non è una Rosa e richiede attenzioni, specialmente per l’irrigazione, molto differenti.
Perché coltivare le Orchidee
Le Orchidee sono molto apprezzate per le belle fioriture che perdurano molto tempo sulla pianta, anche qualche mese.
Oltre a essere durature, le infiorescenze delle Orchidee sono apprezzate soprattutto per le bellissime forme e colori, molto differenti tra le varie specie. I fiori sono spesso molto grandi e appariscenti e tra i tantissimi ibridi possiamo davvero sbizzarrirci con i colori: bianchi, rosa, rossi, arancioni, rossi, viola, ma anche striati o maculati. Talmente varie da indurre gli appassionati a creare delle vere e proprie collezioni, con esemplari di Phalaenopsis, Cattleya o Cymbidium.
Se troviamo il luogo giusto, con la giusta luminosità e temperatura, è una pianta facile da coltivare e fiorisce ogni anno.
Il ciclo di vita delle Orchidee
Botanicamente con il termine “Orchidee” non alludiamo a una specifica pianta, ma indichiamo tutte le specie che fanno parte della grande famiglia delle Orchidacee.
Si tratta di piante molto particolari, poiché nella maggior parte dei casi sono piante epifite. Cioè non crescono come tutte le altre piante da fiore immergendo l’apparato radicale nel terreno, ma hanno radici aeree che svolgono funzioni differenti. Le Orchidee sono originarie delle foreste tropicali del centro America e dell’Asia e in natura crescono aggrappate alla corteccia dei grandi alberi. Non hanno un atteggiamento parassita e non rovinano la pianta ospite: si appoggiano semplicemente nel tentativo di raccogliere più luce solare possibile.
La maggior parte delle Orchidee sono piante da interni ed epifite, ma non mancano le eccezioni. La Bletilla ha radici che penetrano nel terreno e i Cypripedium sono piante da esterno.
Il periodo di fioritura varia a seconda della specie. Per esempio le Phalaenopsis fioriscono da dicembre ad aprile, il Dendrobium da gennaio e marzo e la Cattleya da marzo a maggio. Collezionando diversi esemplari potremmo avere sempre dei fiori a disposizione per tutto l’anno.
Crescendo in appartamento, con condizioni di clima e luce stabili, la pianta non va in riposo vegetativo e va curata per tutto l’anno.
Curiosità sulle Orchidee
Oggi le Orchidee sono simbolo di bellezza e femminilità e vengono spesso regalate come dimostrazione d’affetto. Sono il fiore-simbolo di alcuni paesi, come Singapore che nel National Orchid Garden, patrimonio dell’Unesco, colleziona più di 3.000 specie differenti di Orchidee. La Phalaenopsis è una delle piante simbolo dell’Indonesia e viene regalata come augurio di longevità, per la lunga durata della sua fioritura.
Ma non è sempre stato così. Nell’antichità credevano che i tuberi radicali delle Orchidee curassero l’infertilità e la sterilità e infatti il loro nome deriva dal greco antico orchis che significa testicoli. Oggi la scienza ha appurato che le Orchidee non hanno alcun potere terapeutico e sono protette internazionalmente poiché in via di estinzione allo stato selvatico.
Il nome Orchis è stato scelto da Teofrasto, autore di un trattato di botanica farmaceutica e vissuto nel V secolo aC. Un po’ per la somiglianza dei bulbi agli organi riproduttivi maschili, un po’ per la credenza in poteri miracolosi. In base alla Signatura Rerum di Paracelso, medico svizzero vissuto nel 1.500, la forma delle cose indicava le loro proprietà medicinali: quindi le Orchidee dovevano essere per forza afrodisiache.
Secondo la mitologia greca le Orchidee sono nate dai resti di Orchis, un giovane focoso dato in pasto ai leoni da Dioniso per aver insidiato una sua sacerdotessa. Gli dei ebbero pietà e fecero nascere un fiore bellissimo con piccoli bulbi rotondi in ricordo della focosità di Orchis: quindi un modello di virilità e lussuria.
Oggi le Orchidee sono semplicemente un simbolo di femminilità, bellezza e delicatezza e non si usano più per fini medicali. Ma nella cultura dei tatuaggi ancora oggi sono considerate simbolo di fertilità.
Come scegliere le Orchidee
Come abbiamo visto, alla famiglia delle Orchidacee appartengono molte piante differenti e nei centri giardinaggio la scelta è davvero molto vasta.
La Phalaenopsis è forse l’Orchidea più diffusa, anche perché fiorisce da dicembre ad aprile ed è quindi un perfetto regalo di Natale. Ma tra le altre varietà di Orchidee ricordiamo la Cattleya, il Cymbidium, il Dendrobium, la Masdevallia, la Miltonia, l’Odontoglussum, l’Oncidium o la Vanda.



Non solo: oltre alle differenti specie potremo scegliere anche fra differenti ibridi, con colori e tonalità sempre sorprendenti.
Dove coltivare le Orchidee: scegliamo il posto giusto
Come abbiamo visto la maggior parte delle Orchidee sono piante d’appartamento, salvo rare eccezioni come la Bletilla o il Cypripedium.
Le varietà da interno non tollerano le basse temperature, con alcune differenze tra le diverse specie. La Phalaenopsis è la più freddolosa e non tollera un clima sotto i 15°C, mentre il Cymbidium o la Miltonia tollerano il freddo fino a 10°C. Le temperature massime non devono superare i 30°C.
Pur con le differenze tra le varie specie, sarebbe bene coltivare in casa le Orchidee se le temperature minime esterne sono inferiori ai 18°C. In estate potremmo spostarle sul terrazzo, ma se abbiamo trovato il posto giusto vi sconsigliamo di spostarle troppo. Se le portiamo all’esterno, scegliamo una posizione ombreggiata e ben protetta dai venti, per evitare che gli esili steli si spezzino. Vanno inoltre evitate le temperature massime superiori a 27/30°C.
In casa scegliamo una posizione luminosa per molte ore al giorno: le Orchidee hanno bisogno di molto sole. Ma non esponiamo mai la pianta ai raggi diretti solari, poiché potrebbero ustionare le foglie e petali delicati. Ovviamente la pericolosità dei raggi è proporzionata alla zona climatica (nord o sud) e al periodo (dicembre o agosto). Nel nord Italia possiamo esporre la pianta al sole nei mesi più freddi e se la finestra è esposta a nord o est. Se invece riceviamo il sole da sud o est e viviamo nel sud, meglio proteggere l’Orchidea con una tenda leggera, specialmente nei mesi più caldi.
Dovremo infine prestare attenzione alle correnti d’aria e alle fonti di calore: entrambe vanno evitate. Se l’Orchidea è vicino a una finestra che si apre spesso in inverno, un colpo di freddo potrebbe far cadere tutti i boccioli. Anche la vicinanza a termosifoni o camini rende troppo secca l’aria perché un’Orchidea possa crescere correttamente.
Come rinvasare le Orchidee
Le Orchidee vengono vendute generalmente all’interno di vasi trasparenti che contengono un particolare substrato, composto di solito da torba e pezzi di corteccia.
Essendo piante epifite dovremo usare sempre questo particolare specifico, studiato per le esigenze di queste piante. Trattengono meno l’acqua e la corteccia si inzuppa e rilascia lentamente umidità alle radici. Il vaso trasparente è suggerito poiché le radici hanno bisogno di ricevere luce. Inoltre sarà più facile per noi osservare le radici, molto utile per la coltivazione di queste piante particolari.
Possiamo inserire dei tutori per sorreggere i rami più lunghi ed evitare la piegatura dello stelo.
Dopo l’acquisto non è necessario cambiare vaso e anzi vi consigliamo di far acclimatare bene la pianta in casa prima di provocarle altri choc.
Vi suggeriamo di travasare la pianta una volta all’anno, dopo la fioritura, con l’obiettivo di sostituire il vecchio terriccio esausto con un nuovo substrato specifico per Orchidee. La pianta non richiede rinvasi se non quando si sviluppa troppo: ma è bene effettuare il travaso ogni anno per offrire sempre alla pianta un terriccio di qualità.
Come irrigare le Orchidee: quando e come
Sono due i principali errori in cui incorriamo quando coltiviamo le Orchidee: la mancanza di luce e un’irrigazione sbagliata, di solito più per eccesso che per difetto. Cioè abbiamo paura di bagnare troppo poco e a va finire che la affoghiamo!
Non esiste una regola fissa per definire la cadenza delle irrigazioni, per esempio una volta alla settimana e dovremo seguire il ritmo delle stagioni e l’andamento delle temperature. Indicativamente in primavera e in autunno sarà sufficiente 1 volta alla settimana, in estate 2 volte e in inverno bagneremo ogni circa 10 giorni.
Per capire quando va bagnata una Orchidea, vi suggeriamo di osservare le radici. Quelle sane devono essere verdi, se tendono a diventare argentee significa che la pianta ha bisogno di acqua. Quando l’umidità diminuisce, le radici producono una leggera patina, quella che dà un colore argenteo, utile per limitare l’evaporazione e tutelare l’umidità superficiale. Le piante ci parlano: se impariamo a capire i segnali che ci inviano non sbaglieremo mai! Quindi se avete un dubbio, guardate le radici: se sono verdi, rinviamo; se invece sono argentee, bagniamo.
Ma come si bagnano le Orchidee? Con un annaffiatoio o per immersione? Ci sono diverse scuole di pensiero! Gli amanti delle Orchidee con un approccio naturalistico fanno notare che in natura queste piante prendono l’acqua dalla pioggia, che cade dall’alto. Inoltre le Orchidee assorbono l’acqua anche dalle foglie, perché in natura crescono nelle foreste tropicali in presenza di alti tassi di umidità ambientale.
Ricreare tutte queste condizioni in casa non è però semplice e noi vi suggeriamo di irrigare le Orchidee per immersione. Si tratta di riempire un recipiente, un lavandino o una bacinella, con 10 cm di acqua e immergere il vaso e la pianta. Immergiamo il vaso solo per metà e cerchiamo di evitare che la corteccia esca dal vaso. Lasciamo la pianta nell’acqua per circa 30 minuti e in seguito lasciamo scolare molto bene tutta l’acqua in eccesso. In questa fase possiamo aggiungere all’acqua una dose di biostimolante naturale.
La presenza di gocce d’acqua sulle foglie e sulle radici può attirare spore fungine: non lasciamo mai acqua stagnante nel sottovaso delle Orchidee.
Durante i mesi in cui l’aria è più secca, quindi in estate e in inverno quando è in funzione il riscaldamento, è bene nebulizzare frequentemente le foglie con acqua. Possibilmente facciamolo alla mattina per permettere all’acqua in eccesso presente sulle foglie di evaporare grazie all’azione del sole: l’umidità stagnante provoca muffe e macchie sulle foglie. Vaporizziamo le radici e le foglie ma non i fiori poiché potrebbero macchiarsi.
Infine dobbiamo prestare attenzione al tipo di acqua. Sia per l’irrigazione sia per le nebulizzazioni usiamo sempre acqua a temperatura ambiente: uno choc termico può causare l’interruzione della fioritura. È buona norma usare acqua demineralizzata, come quella piovana, distillata o dei pozzi. In alternativa possiamo lasciare decantare per una notte un annaffiatoio pieno di acqua del rubinetto, in modo da lasciar depositare sul fondo il calcare presente ed evitarlo.
Come concimare le Orchidee
Le Orchidee non sono piante particolarmente pretenziose ma è bene sostenere la crescita con biostimolante naturale a base di prodotti vegetali. Sarà sufficiente diluire una dose nell’acqua per l’irrigazione ogni 10 giorni durante il periodo della fioritura e 1 volta al mese in autunno e in inverno.
Come potare le Orchidee: quando e come
Le Orchidee non richiedono potature per crescere meglio. Naturalmente potremo potare le radici eventualmente seccate. Le foglie secche invece tendono a cadere da sole.
Al termine del processo di fioritura i boccioli tenderanno a seccare e a cadere: la pianta non sta morendo, è il suo normale ciclo vegetativo. Lasciamo che prosegua fino alla perdita di tutti i fiori.
Il ramo sfiorito non è particolarmente bello esteticamente e possiamo potarlo. Tagliamo sopra il secondo occhiolo del ramo, cioè le tipiche strozzature degli steli di queste piante.
Informiamoci però prima sulle reali esigenze della specie di Orchidea che stiamo coltivando. Per esempio i rami sfioriti della Phalaenopsis non si tagliano perché potrebbero produrre nuove infiorescenze.
Parassiti e malattie delle Orchidee
Crescendo in un ambiente protetto come l’appartamento le Orchidee sono meno esposte agli attacchi degli insetti parassiti. Ciò nonostante può capitare che Acari (ragnetti rossi) e Afidi trovino soddisfacente il terriccio dell’Orchidea per la deposizione delle uova.
Molto più frequenti sono invece le malattie fungine, spesso determinate da errori nella gestione dell’acqua. Acqua stagnante nel sottovaso, un terriccio troppo zuppo ma anche delle semplici gocce d’acqua sulle foglie o nei loro interstizi possono stimolare lo sviluppo di spore.
Per riconoscere, prevenire e curare le principali fisiopatie e malattie delle Orchidee, leggi questa guida!