Come coltivare la Phalaenopsis: l’Orchidea più diffusa

coltivare la Phalaenopsis

Coltivare la Phalaenopsis in casa non è difficile e infatti è una delle Orchidee più diffuse: di solito è il primo approccio al mondo delle Orchidacee prima di affrontare altre specie più esigenti.

La Phalaenopsis è un simbolo dei paesi tropicali ed è amata per la bellezza dei suoi fiori che ricordano delle farfalle. In commercio possiamo trovare molti ibridi di tanti colori: dal classico bianco fino al giallo, fucsia, arancione o con petali maculati. I suoi rami ne producono tanti e durano per molti mesi sulla pianta prima di appassire.

Anche le foglie della Phalaenopsis sono molto ornamentali: sono grandi, lucide, carnose e di colore verde scuro. Inoltre è stata dimostrata la loro capacità di assorbire e intrappolare gli inquinanti indoor presenti nell’aria nelle nostre case. Se vuoi approfondire questo argomento, leggi questo articolo!

Dove coltivare la Phalaenopsis

Coltiviamola in appartamento perché non tollera il freddo sotto i 15°C. È una delle Orchidee più freddolose.

Scegliamo una posizione con molte ore di luce al giorno, vicino a una finestra, ma evitiamo i raggi solari diretti sulle foglie e sui fiori specialmente nei mesi più caldi. Se abitiamo al nord, possiamo esporre al sole la pianta in inverno e nei mesi in cui non scalda, per poi proteggerla con una tenda leggera in estate. Se invece abitiamo in una zona molto calda, evitiamo di esporre la pianta ai raggi solari intensi.

Vanno evitate le fonti di calore (come termosifoni o stufe) che rendono l’aria troppo secca. Così come vanno evitate le correnti d’aria fredde invernali, che interrompono la fioritura con la conseguente caduta dei boccioli. Evitiamo quindi le finestre che apriamo spesso in inverno.

Vi sconsigliamo di spostare la Phalaenopsis all’esterno o sul terrazzo in estate. Va in sofferenza oltre i 27°C ed è meglio l’ambiente interno, spesso condizionato o ventilato. Inoltre i venti potrebbero spezzare i rami delicati e far cadere gli eventuali fiori.

Come coltivare la Phalaenopsis

Le Phalaenopsis di solito vengono vendute in vasi trasparenti per permettere il passaggio della luce fino alle radici. Sono utili anche per noi, per controllare più facilmente lo stato di salute dell’apparato radicale.

Sono piante epifite e in natura crescono abbracciate alla corteccia di grandi alberi. In casa usiamo un particolare substrato, composto da torba e corteccia, che ha lo scopo di dare stabilità la pianta e lasciar drenare rapidamente l’acqua in eccesso.

Nel vaso va inserito uno o più tutori per sorreggere i rami più lunghi ed evitare la piegatura dello stelo.

Il terriccio va sostituito ogni 2 anni, poiché la corteccia tende a deteriorarsi e possono apparire muffe bianche.

Come irrigare la Phalaenopsis

La Phalaenopsis ci parla e dobbiamo imparare a capirla. Le radici di questa pianta devono essere verdi e in presenza di siccità, per limitare l’evaporazione, si coprono di una patina chiara, che le fa sembrare argentee. Quindi: quando le radici tendono a diventare argentee è un segnala che la Phalaenopsis ha sete.

In generale possiamo irrigarla per immersione una volta alla settimana, in acqua a temperatura ambiente e senza calcare. Lasciamo la pianta immersa per circa 15/30 minuti e poi lasciamo scolare tutta l’acqua in eccesso prima di riporla sul sottovaso. In questa fase possiamo aggiungere una dose di biostimolante naturale per stimolare la fioritura.

L’umidità ambientale

In natura, nelle zone tropicali e sub-tropicali, la Phalaenopsis è abituata a un tasso di umidità molto alto.

Quando l’aria è più secca dobbiamo nebulizzare frequentemente le foglie e le radici della Phalaenopsis. In estate se fa molto caldo anche tutti i giorni. In estate facciamolo alla mattina presto, per permettere alle gocce di evaporare nel corso della giornata e limitare il rischio di malattie fungine.

Anche in inverno, quando sono in funzione gli impianti di riscaldamento, l’umidità ambientale tende a scendere. Possiamo reintegrarla con nebulizzazioni fogliari settimanali o un umidificatore.

I fiori non vanno mai bagnati o irrorati perché si rovinano.

Per le nebulizzazioni usiamo acqua piovana o demineralizzata. Con il passare del tempo e delle nebulizzazioni, il cloro e il calcare si depositano sulle foglie e creano macchie antiestetiche. Usiamo acqua temperatura ambiente: uno choc termico può interrompere la fioritura della Phalaenopsis.

Per altri consigli sulle malattie e fisiopatie delle Orchidee ti suggeriamo di leggere questo articolo!

Si taglia il ramo sfiorito?

In alcune Orchidee possiamo tagliarlo, nella Phalaenopsis vi suggeriamo di lasciarlo poiché potrebbe produrre nuove infiorescenze.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *