Come coltivare il Geranio parigino: il Geranio edera ricadente

coltivare il Geranio parigino

Possiamo coltivare il Geranio parigino sul terrazzo se vogliamo ottenere delle belle cascate di fiori per tutta l’estate.

Perché coltivare il Geranio parigino

I Gerani (Pelargonium) sono protagonisti assoluti dei giardini e dei terrazzi italiani. Sono tre in particolare le specie più diffuse.

Il Geranio zonale (Pelargonium zonale) è riconoscibile per le foglie rotonde verde chiaro “zonate” di marrone, da cui dipende il loro nome. Il Geranio Imperiale (Pelargonium grandiflorum) è caratterizzato da foglie dentellate e fiori più grandi con il centro scuro.

Infine il Geranio parigino (Pelargonium peltatum) che ha la caratteristica di essere ricadente. I suoi lunghi fusti possono raggiungere i 2 metri e da maggio a ottobre si riempiono di tante ombrelle di fiori. A seconda della varietà i fiori possono essere rossi, lilla, rosa, bianchi ma anche bicolori. Le foglie assomigliano a quelle dell’Edera e infatti è conosciuto anche come Geranio edera.

È molto amato per le vere e proprie cascate di fiori che è capace di creare se coltivato correttamente ed esposto in una posizione assolata.

Dove coltivare il Geranio parigino

Tollera abbastanza bene il caldo estivo ma teme il freddo sotto i 10°C. La coltivazione in vaso ci permetterà di proteggere adeguatamente la pianta, a seconda della fascia climatica in cui viviamo.

Per ottenere una fioritura generosa scegliamo una posizione assolata, con raggi solari diretti per molte ore al giorno.

In inverno, a seconda delle temperature minime, possiamo scegliere come proteggerlo. Se viviamo in una zona con inverni miti possiamo proteggerlo con un velo di tessuto-non-tessuto. Se invece le temperature si avvicinano spesso vicino agli 0°C, meglio spostare il vaso in una serra fredda o in un luogo protetto e luminoso. A marzo potremo riportarla all’aperto.

Come travasare il Geranio ricadente

La soluzione migliore per coltivare il Geranio parigino è in grandi vasi rettangolari, che possono ospitare due o tre piante, da appendere al terrazzo. Ma possiamo anche usare una ciotola o un paniere rotondo da appendere.

Usiamo un substrato specifico per Gerani e misceliamo con delle perle bio attivanti per stimolare la ripresa vegetativa della pianta. Si tratta di prodotti naturali con amminoacidi liberi e peptidi che favoriscono il processo fotosintetico e stimolano l’attecchimento e la ripresa vegetativa della pianta. Si usano due volte all’anno: prima della fioritura e prima del riposo vegetativo invernale.

In seguito rinnoveremo gli elementi nutritivi con un biopromotore fortificante per Gerani. È un fertilizzante liquido e si diluisce nell’acqua per l’irrigazione. Sarà sufficiente farlo ogni 15 giorni durante il periodo vegetativo, quindi da marzo a settembre. Nei mesi più freddi sospendiamo e limitiamoci a fornire le perle bioattivanti prima del riposo vegetativo.

Come irrigare il Geranio parigino

Essendo una pianta coltivata in vaso dovremo fornire regolarmente l’acqua, specialmente durante la fase vegetativa e della fioritura. Irrighiamo con generosità, per bagnare bene tutto il terriccio, ma evitiamo i ristagni d’acqua nel sottovaso per troppo tempo.

In autunno e in inverno, quando la pianta termina il processo di fioritura e si prepara all’inverno possiamo quasi sospendere le irrigazioni. Evitiamo però che il terriccio si secchi troppo. Controlliamo almeno mensilmente lo stato di salute della pianta e irrighiamo se necessario.

Come potare il Geranio ricadente

Durante la fioritura in estate controlliamo frequentemente le piante e togliamo i fiori appassiti e gli steli secchi ormai inutili: in questo modo stimoleremo la pianta a produrne altri.

La vera e propria potatura si effettua in ottobre, prima dell’arrivo del freddo. Si tratta di una potatura abbastanza drastica: tagliamo i rami quasi alla base, lasciando soltanto circa 10 cm. In inverno la pianta va in riposo e potrà concentrare le sue energie nelle radici e nei remi tagliati, senza disperderle inutilmente nei lunghi rami. In questo modo la pianta sarà pronta a rigermogliare appena le temperature torneranno a salire.

Usiamo sempre cesoie affilate e disinfettate. Effettuiamo un taglio a 45° per evitare che eventuali gocce d’acqua o rugiada si possano fermare sulla ferita.

Dopo aver potato i rami, possiamo più facilmente spostare il vaso nella serra fredda o proteggerlo con dei veli di tessuto-non-tessuto.

I nemici naturali dei Gerani

Sono due in particolare i “nemici naturali” dei Gerani: la Ruggine fogliare e una farfalla conosciuta come Licenide dei Gerani (Cacyreus marshalli).

La Ruggine è una malattia fungina che può colpire molte piante e si manifesta con macchie sulle foglie del colore dell’ossido di ferro, cioè la ruggine. Col tempo diventano più scure e rilasciano spore sottoforma di una polvere rossiccia. Come molte malattie fungine è spesso determinata da errori di coltivazione, in particolare troppa acqua e un grado di umidità eccessivo. Possiamo limitare lo sviluppo delle malattie fungine, intervenendo ai primi sintomi, con il sodio idrogenocarbonato: si tratta di una sostanza di base naturale che ha proprietà fungicide. Agisce attraverso una combinazione di diversi effetti (la basicità, la pressione osmotica e gli specifici effetti dello ione idrogenocarbonato) che provocano l’implosione e il disseccamento delle spore dei funghi.

La Cacyreus marshalli è invece un nemico temibile, poiché si tratta di un cosiddetto “insetto alieno”, cioè importato dalla globalizzazione, e non ha nemici naturali. È una farfalla e in forma adulta non danneggia le piante, ma in primavera deposita piccole uova bianche sulle foglie. Quando le temperature arrivano sui 20°C, dalle uova escono le larve affamate che scavano subito un foro nello stelo della pianta e lo erodono dall’interno. Questa abitudine rende difficile la loro individuazione e quando ce ne accorgiamo rischiamo spesso di aver già perso molti rami totalmente cavi all’interno. Un altro problema è la loro prolificità: arrivano fino a 4 generazioni in un anno. Per limitare la presenza di larve di Lepidotteri sulle piante possiamo usare l’Olio di Neem: contiene un principio attivo fagorepellente che rende indigeste le piante per gli insetti parassiti, anche quelli con apparato boccale masticatore come le larve di farfalla. Va usato però preventivamente, poiché non è un insetticida ma una sostanza che rende inospitale la pianta. Dall’inizio della primavera nebulizziamo ogni 10 giorni l’Olio di Neem sulle foglie in modo uniforme, in particolare sulla pagina inferiore dove depongono le uova gli insetti. Una volta al mese usiamo l’Olio di Neem anche per trattamenti di fertirrigazione: misceliamolo con l’acqua e distribuiamolo nel terreno. Quando viene assorbito per via radicale ha un certo effetto sistemico: entra cioè in circolo nella linfa proteggendo la pianta per un numero maggiore di giorni.

Sono tutte sostanze totalmente naturali e possono essere usate sia in prevenzione, per evitare che gli insetti arrivino, sia in presenza di adulti e uova sulla pianta.

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