
La tradizione di coltivare il Glicine nei giardini italiani affonda le sue radici nel tempo, poiché ci ha subito affascinato con le sue fioriture super profumate. I Glicini (Wisteria) sono un genere di piante rampicanti della famiglia delle Leguminose apprezzate per il lungo periodo di fioritura e per il profumo intenso delle infiorescenze.
È un rampicante vigoroso e può crescere fino a 20 metri in altezza e 10 metri in orizzontale. Perciò viene utilizzato in giardino per coprire pergole, archi o creare tunnel fioriti. Possiamo coltivarlo anche in vaso ma si esprime meglio in giardino.



Come coltivare il Glicine nel corso dell’anno
La fioritura inizia in aprile ed è composta da grappoli di infiorescenze molto profumate, che spuntano sulla pianta prima della completa formazione delle foglie. Ci sono però varietà, come la Wisteria japonica, che fioriscono in estate.
Il colore dei fiori varia a seconda della specie e della varietà: tradizionalmente sono viola ma possono essere anche bianchi o rosa.
Dopo i fiori compaiono i frutti che contengono dei semi: prestiamo attenzione in presenza di animali domestici o bambini perché i semi sono velenosi e molto pericolosi.
Come scegliere il Glicine
Ci sono una decina di specie di Wisteria ma quelle più diffuse nei giardini italiani sono fondamentalmente 3, ognuna proveniente da un’area geografica diversa.
La Wisteria floribunda è di origine giapponese ed è caratterizzato da fiori molto profumati di colore azzurro-violetto che appaiono sulla pianta da maggio. In alcune varietà i fiori sono bianchi, rosa, porpora o sui toni dell’azzurro.
La Wisteria sinensis è invece di origine cinese e produce grappoli pendenti di fiori color malva.
La Wisteria frutescens è nota come Glicine americano poiché è una varietà sviluppata negli Stati Uniti. Fiorisce in estate, verso giugno e luglio, e offre fioriture più abbondanti rispetto ai colleghi orientali.



Una curiosità su questa pianta: il fusto si arrampica sul sostegno ma non sempre nello stesso modo. Possiamo facilmente distinguere una Wisteria floribunda da una Wisteria sinensis poichè la prima si arrampica in senso orario mentre la collega cinese preferisce quello antiorario.
A proposito del Glicine
Quando i nostri ospiti rimarranno a bocca aperta davanti alla fioritura del Glicine, possiamo erudirli con aneddoti interessanti su questa pianta. Per esempio il Glicine più vecchio d’Italia si trova in un giardino privato in una zona semi-centrale di Milano. Si stima abbia più di 700 anni ed è noto come Glicine di Leonardo poiché la leggenda ci racconta che il genio durante il suo soggiorno milanese amasse riposarsi sotto questo albero, allora in campagna e non circondato dalla metropoli.
La parola Glicine deriva dal greco antico e significa “dolce” o “piacevole”: si presume alluda al profumo dei suoi fiori visto che i semi sono velenosi.
Il nome botanico Wisteria invece rende omaggio a Caspar Wistar un medico e anatomista statunitense
Dove coltivare il Glicine
Tollera il freddo fino a -15°C e quindi possiamo coltivarlo facilmente in tutta Italia.
Scegliamo una posizione assolata: cresce bene anche in mezz’ombra ma fiorirà meno.
Evitiamo invece di piantare un Glicine vicino alla casa, a recinzioni o strutture murarie. Col passare del tempo le radici del Glicine sono tanto vigorose da piegare l’acciaio.
Coma trapiantare il Glicine in giardino
Il periodo migliore per trapiantare un Giardino è in autunno, tra settembre e novembre, o nel tardo inverno, a febbraio/marzo. Dipende anche dalla fascia climatica: evitiamo i trapianti se la temperatura è sottozero.
All’atto del primo impianto dovremo fornire un sostegno alla piantina.
Dopo il trapianto forniamo alla pianta un bio promotore fortificante specifico per piante da fiore: va diluito nell’acqua dell’irrigazione ed è di aiuto per superare lo stress da trapianto e per stimolare il risveglio vegetativo. Possiamo continuare a usarlo, ogni 15 giorni, dal trapianto fino al termine della fioritura.
Come coltivare un Glicine in vaso
Ha un apparato radicale sensibile ai trapianti e che richiede spazio. Scegliamo quindi fin da subito un vaso molto grande e profondo, per limitare i travasi in futuro: alto almeno 50 cm e con dimensioni 50×50 cm.
Anche in questo caso, dopo il trapianto forniamo alla pianta un bio promotore fortificante specifico per piante da fiore. Lo useremo ogni 15 giorni fino al termine della fioritura. Le radici non possono cercare nutrienti nel suolo, in profondità, quindi dovremo continuare a sostenere la pianta anche in inverno: ridurremo però le concimazioni a 1 volta al mese.
Come potare il Glicine
In luglio, dopo la fioritura, si potano i rami cresciuti nell’anno all’altezza della 6/7 foglia. In inverno, a febbraio, torneremo ad accorciare gli stessi rami a circa 30 cm dal ramo portante, lasciando solo 4/5 gemme. Sarà da queste che partiranno i nuovi rami che porteranno le infiorescenze nella prossima primavera.
Parassiti e malattie del Glicine
Il Glicine può essere oggetto dell’attacco di insetti parassiti, in particolare Afidi, Acari (ragnetti rossi) e Tripidi attratti dalla linfa delle foglie.
Riconoscere subito la loro presenza è importante per attuare una risposta tempestiva. Quindi in primavera, nel periodo di “risveglio” di questi insetti, è bene controllare frequentemente le piante alla ricerca di tracce della loro presenza. In questa fase sono utile le trappole adesive cromotropiche: sia per catturare i primi adulti sia per indicarci la loro presenza e l’esigenza di effettuare trattamenti adeguati.
Siccome prevenire è meglio di curare è bene anticipare l’arrivo di Afidi, Acari e Tripidi spruzzando sul fogliame della pianta una soluzione a base di olio di Neem. Si tratta di una sostanza di originale, estratta dai semi dell’albero di Neem, che svolge un effetto fago-repellente rendendo indigeste le foglie per i gusti degli insetti fitofagi. Possiamo spruzzarlo sulle foglie ma va usato anche come fertilizzante radicale nel terreno: in questo modo ha un effetto sistemico, cioè penetra nella linfa della pianta attraverso le radici.
Per combattere la presenza di Afidi dovremo invece sfruttare l’azione di sinergica di un estratto fermentato di Ortica per eliminare gli insetti e di un sapone molle di potassio per lavare la melata. Si tratta della sostanza appiccicosa zuccherina rilasciata dagli Afidi che va eliminata poiché tende a provocare malattie fungine, come la fumaggine.